CENNI STORICI SU CAPESTRANO

 

Sulla sommità di un assolato colle dell’Abruzzo aquilano, ad una altitudine di 465 mt sul livello del mare ed a guardia della vallata attraversata dal fiume Tirino, si erge maestoso il paese di Capestrano.

La popolazione è di 892 residenti (marzo 2015) ed è distribuita nel comune capoluogo, nelle frazioni di Capodacqua, Santa Pelagia, Forca di Penne e nei nuclei abitativi di Scarafano, Colle Frivello e San Martino.

Le origini del paese risalgono certamente al periodo tra i secoli X e XI d.C., durante il quale alcuni abitanti della vallata, per cercare rifugio dalle violente incursioni saracene, decisero di abbandonare la pianura ed arroccarsi sul colle con abitazioni e cinta muraria.

Eppure il primo documento storico nel quale si fa riferimento al borgo di Capestrano porta la data del 1284, allorquando re Carlo I d’Angiò, in segno di riconoscimento per la fedeltà dimostrata nella conquista del regno di Napoli, donò i territori di Capestrano a Riccardo d’Acquaviva signore di San Valentino in Abruzzo Citeriore.

Tale dominio durò solo fino al 1318 anno in cui Carlo III di Durazzo, occupato il regno di Napoli, cedette il territorio capestranese al fedele milite Pietro conte di Celano.

Nel febbraio del 1463 il nuovo re di Napoli Ferdinando I d’Aragona concesse il marchesato di Capestrano e la contea di Celano al genero Antonio Piccolomini, già duca di Amalfi e nipote di Papa Pio II.

Durante il marchesato di Antonio venne ampliato il castello, costruito originariamente come semplice bastione difensivo; lo stemma dei Piccolomini, formato da cinque mezze lune disposte a croce e sormontato da una corona, è ancora oggi ben visibile sul rivellino dell’originaria porta di ingresso e su una parete del pozzo situato nel cortile interno del castello.

Nel 1579 la marchesa Costanza, ultima discendente della famiglia Piccolomini, vendette il marchesato di Capestrano per 106.000 ducati a Francesco dei Medici, Granduca di Toscana. Il marchesato di Capestrano fu trasformato in principato nel 1585, quando il Granduca assegnò il territorio capestranese ad Antonio, suo figlio naturale e priore di Pisa.

I Medici di Toscana mantennero il dominio fino al 1743, quando il territorio di Capestrano passò a Carlo I di Borbone, re di Napoli e delle Due Sicilie, che lo mantenne fino all’unità d’Italia nel 1860.

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(photo source: ©Biagio Melchiorre)